Paola Giacomini si rimette in viaggio: dopo la Mongolia l’obiettivo sono le Alpi - la Repubblica

2023-02-22 17:47:45 By : Mr. Henghai TOMKING

“Parto con entrambi, Custode e Cigherè. Anche se per il tipo di viaggio basterebbe un cavallo, anzi sarei molto più agile e impiegherei forse un mese in meno. Ma mi sembrerebbe di fare un torto all’uno o all’altro”.

Il legame tra Paola Giacomini e suoi cavalli è cresciuto e si è consolidato in due anni straordinari. Quelli che ci sono voluti per percorrere i 9000 chilometri che separano la Mongolia dal Piemonte. I due instancabili cavallini mongoli, nati nelle steppe, si sono ormai ambientati alle Alpi e ora sono pronti a ripartire. Questa volta per un viaggio assai più breve ma non meno intenso.

“Partiremo il 16 giugno dal Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise per arrivare il 18 settembre sul ghiacciaio del Gran Paradiso”, racconta Paola Giacomini.

Qual è il senso di questa nuova avventura a cavallo? “Nel 2022 entrambi questi Parchi Nazionali festeggiano il secolo di vita. Ma il vero filo conduttore sarà una borraccia da 200ml: da ogni sorgente incontrata lungo il cammino prenderò una goccia d’acqua. Al cospetto del Gran Paradiso la farò evaporare su un braciere di fronte al ghiacciaio, sperando che diventi una nuvola che poi faccia cadere nuova neve sul ghiacciaio del Gran Paradiso. E poi lungo la strada vorrei fare degli incontri con esperti del posto, per dare visibilità a tre temi ambientali che mi stanno a cuore: il ghiaccio che se ne va, il lupo che torna e la foresta che cambia. Con botanici, geologi, biologi affronteremo questi argomenti a seconda del particolare posto in cui sarò in quel momento. Mi piacerebbe che ne venissero fuori delle cartoline di auguri per i prossimi 100 anni dei nostri parchi”.

La borraccia simbolo di questa missione ha una storia particolare… “E’ vero. Io d’inverno lavoro sulle piste da sci. E un collega che è anche fabbro ha preso due pezzi dei tubi per l’innevamento artificiale li ha saldati e ne ha fatto una borraccia per la neve del futuro”.

Qual è il territorio che attraverserete con Custode e Cigherè? “Partiremo da Pescasseroli, cuore del Pnalm, dove la sera del 15 giugno ci sarà anche il primo incontro tematico. Poi raggiungerò la Maiella, quindi il Gran Sasso e i Monti della Laga, attraverserò i Sibillini e toccherò il Monte Cucco. Quindi ancora a nord verso le Foreste Casentinesi e l’Appenino Tosco Emiliano. Attraverserò il Po a Pavia e risalirò il Ticino fino al Lago di Garda. Piegherà a Ovest, per girare intorno al Monte Rosa e scendere a St. Vincent per entrare in Valle d’Aosta. Da lì la Valsavarenche e quindi su fino al Gran Paradiso”.

Otto parchi nazionali. Mille chilometri nella parte più “wild” d’Italia, ma comunque ricca di insediamenti umani. Una passeggiata rispetto ai 9000 chilometri dell’ultimo viaggio. O no? “Dal punto di vista tecnico questo sarà molto più difficile, perché tutto su percorsi montani. Cavalcare nella steppa è molto più facile. Questa volta ci saranno passaggi strettissimi dove io e i cavalli dovremo fare molta attenzione. E controllare due animali anziché uno e più difficile. Per questo non escludo di proseguire il viaggio con un solo animale, una volta sulle Alpi. Ma ormai non tre siamo un team e farò il possibile per tenerlo unito il più a lungo possibile”.

Viaggerà anche questa volta in modo spontaneo, un telo impermeabile come tetto e un sacco a pelo? O approfitterà della civiltà a portata di mano? “Il mio stile di viaggio rimarrà lo stesso. Ma potrò fare spese più piccole e più frequenti, senza dover caricare i cavalli di scorte. E questo è un bel vantaggio per gli animali”.

Avrà spesso cavalieri locali come compagni di viaggio. “Sì. Molti di loro sono stati fondamentali per aiutarmi a trovare il tracciato giusto da seguire. Penso a Frank Montefusco, che opera a Sant’Eufemia in Maiella, e che mi ha fornito le indicazioni per tutta la prima parte del viaggio, da Pescasseroli al Gran Sasso. Ma anche a tanti altri. Sarò felice di cavalcare con loro”.

Dopo due anni in Piemonte Custode e Cigherè si sono adattati alla loro nuova vita italiana. E lei Paola, dopo quello straordinario viaggio si è riabituata a essere stanziale? “In questi due anni è cambiato il mondo. Tutti ci siamo dovuti adattare a una realtà completamente nuova”.