Ecco perché i gatti sono amici dell’uomo ma non sempre dell’ambiente - La Stampa

2023-02-22 17:54:50 By : Mr. Michael lin

La voce de La Stampa

Il nostro dolce e coccoloso Mimì che fa le fusa sul divano mentre lo accarezziamo, può essere in realtà un incontrollabile predatore là fuori, in natura. Il gatto, come il cane, è una specie domestica, il che significa che si è co-evoluta con l’essere umano in una simbiosi mutualistica in cui l’uno serviva all’altro in un opportunismo reciproco. Nello specifico, il gatto ha incontrato l’uomo in Medio Oriente circa 10.000 anni fa ed entrambi hanno tratto beneficio dall’interazione con l’altra specie: il gatto cacciava i topi fastidiosi negli insediamenti urbani e l’uomo permetteva al gatto di accedere ai resti di cibo. Oggi milioni di gatti vivono in casa con noi, amati, curati e alimentati. Non hanno più bisogno di cacciare per sopravvivere e il loro stomaco è sano e pieno con il cibo nutriente che noi umani forniamo loro.

Tuttavia, la domesticazione del gatto è piuttosto recente e questo ha ancora una spiccata indole predatoria, nonostante sia una specie domestica. Ciò, porta i gatti a uscire spesso di casa per cacciare, puramente per soddisfare il loro istinto, ma purtroppo, secondo numerosi studi scientifici e campionamenti in natura, questo comportamento predatorio del gatto comporta innumerevoli perdite nella biodiversità, in quanto essendo una specie domestica che la natura non ha programmato e la cui sopravvivenza dipende dall’uomo, il gatto si colloca tra una delle specie più dannose per gli ecosistemi, in tutto il mondo. I pericoli ecologici sono così critici che l'Unione internazionale per la conservazione della natura (IUCN) elenca i gatti domestici come una delle peggiori specie invasive non autoctone del mondo. Per farla semplice, il gatto è un “prodotto” dell’essere umano e pertanto non è naturalmente presente nella catena alimentare della fauna selvatica. Nessuna preda ha sviluppato strategie anti-predatorie nei confronti dei gatti. Sono tanti, troppi, sono ben alimentati, sono forti e sono una specie che ha invaso gli ecosistemi per colpa dell’Uomo in un tempo relativamente breve per l’evoluzione. Le specie predate non possono riconoscere o rispondere in modo appropriato a una nuova specie invasiva nel loro ambiente. Non è colpa loro; gli animali non si evolvono per fuggire o difendersi dagli alieni, e gli adattamenti non si manifestano dall'oggi al domani. I gatti hanno dunque una sorta di vantaggio intrinseco che consente loro di prendere fauna non pronta ad essere cacciata e quindi occupano il posto di predatori naturali (volpi, faine, rapaci, linci…) Pochi mesi fa, l'Accademia polacca delle scienze ha definito il gatto una specie "aliena e invasiva" per "l'influenza negativa dei gatti domestici sulla biodiversità autoctona", hanno spiegato in una dichiarazione in cui affermano che i gatti rappresentano "un rischio imprevedibile per la fauna locale", uccidendo e 583,4 milioni di mammiferi e 135,7 milioni di uccelli all'anno solo in Polonia. Secondo l'American Bird Conservancy, i gatti sono la principale causa umana diretta di mortalità degli uccelli negli Stati Uniti e in Canada, contribuendo all'estinzione di 63 specie di uccelli, mammiferi e rettili in natura. In altre parole, gli uccelli americani sono maggiormente minacciati dai gatti domestici che dalle pistole. Solo negli Stati Uniti, i gatti lasciati liberi uccidono circa 2,4 miliardi di uccelli ogni anno. Sebbene questo numero possa sembrare incredibile, rappresenta l'impatto combinato di decine di milioni di gatti all'aperto.

Un recente studio tutto italiano ha invece indagato l’effetto che i gatti hanno sulla biodiversità del nostro paese e il risultato è tristemente predicibile: “In Italia I gatti domestici possono uccidere almeno 207 specie (2.042 eventi di predazione); tra queste, 34 sono elencate come ‘Minacciate’ o ‘Quasi minacciate’ nelle liste rosse IUCN e italiana”. I ricercatori affermano: “Tenere i gatti in casa contribuirebbe a prevenire danni alla fauna selvatica autoctona e alla diffusione di malattie e zoonosi dalle specie selvatiche ai gatti domestici”.

Ma purtroppo, anche la sola presenza dei gatti in natura è un disturbo pericoloso per la fauna selvatica. Infatti, è stato dimostrato che la loro presenza vicino agli uccelli nidificanti riduce la salute dei pulcini e diminuisce il successo del nido. Ai proprietari di animali domestici di una città del Baden-Württemberg, in Germania, è stato detto di tenere i gatti in casa altrimenti rischiano multe salate. Questo per proteggere la popolazione locale dell'allodola crestata, una specie in pericolo di estinzione in Germania.

Come abbiamo visto, anche i gatti ben nutriti cacciano e uccidono inutilmente la fauna selvatica. Per questo noi proprietari dobbiamo cercare di veicolare la loro indole innata a cacciare (di cui certamente non possiamo fare una colpa al gatto), verso comportamenti ludici innocui e privi di rischi per altri animali. Quando un gatto gioca con un giocattolo di piume o un laser, infatti, sta praticando comportamenti predatori. Gli stessi comportamenti che altrimenti metterebbe in atto nei confronti di piccoli uccellini, mammiferi, insetti o rettili in natura. Creiamo quindi in casa, un ambiente idoneo al benessere del gatto, inserendo elementi di arricchimento ambientale come:

- Tiragraffi (posizionati in aree della casa frequentemente visitate e in prossimità di luoghi di riposo preferiti.

- Erbe come erbe fresche e l’erba gatta. Possiamo strofinare le “piante per gatti” con succo di tonno o cibo per gatti umido per incoraggiare le indagini e la masticazione.

- Masticazioni di pelle bovina inumidite, pesce essiccato e carne di manzo o pollame a pezzi.

- Puntatori laser o giochi semoventi che imitano le prede; palline dentro una scatola o una vasca da bagno; giocattoli pieni di erba gatta

I gatti adorano stare in alto quindi, una soluzione perfetta per arricchire l’ambiente in cui vive il gatto è posizionare mensole in giro per casa per permettere al gatto di soddisfare la sua esigenza di controllare tutto e collocarsi su postazioni elevate.

Altro accorgimento importantissimo: un gatto ogni 30 mq. Per cui se abbiamo una casa di 90 mq possiamo tenere 3 gatti, non 8! Se abbiamo un monolocale di 40 mq, questo spazio sarà sufficiente per far stare bene un gatto, nel rispetto dei suoi bisogni specie-specifici.

Ma se proprio non possiamo rinunciare a fare uscire il nostro gatto o questo tende a scappare, ci sono soluzioni che riducono la predazione verso la fauna selvatica (riducono – non eliminano). Parliamo ad esempio dei recinti anti fuga in cui il micio può stare all’aperto, ma in modo controllato e sicuro, oppure campanellini o mega collari colorati. Queste strategie è stato scientificamente dimostrato che non arrecano nessun disturbo al gatto, che secondo gli studi, in molti casi si abitua all’oggetto dopo pochi minuti. Tuttavia, sono ottime soluzioni per rendere il gatto più visibile/udibile, potendo quindi salvare la vita a piccoli mammiferi, rettili, uccelli o insetti che si accorgono della presenza del felino prima che questo li uccida.

Non dimentichiamoci, inoltre, che lasciare uscire incontrollato il nostro gatto è anche un pericolo per lui, oltre che per la fauna selvatica. Può perdersi, essere investito, essere attaccato da altri gatti o altri animali, può infettarsi con malattie zoonotiche, essere rubato o ferirsi. Il suo benessere e la sua felicità possono serenamente essere garantiti anche in casa, con questi accorgimenti etologici. E per prevenire future colonie felini e gatti randagi, provvediamo a sterilizzare il nostro micio, per il suo bene e quello di tantissimi altri gatti.

La gestione del nostro animale domestico è una nostra responsabilità e se il benessere del nostro coccoloso amico a 4 zampe ci sta a cuore, anche la sopravvivenza di animali selvatici deve essere un nostro dovere. Amare gli animali vuol dire amarli tutti, dai micetti carini agli striscianti topolini di campagna o i piccoli passeri di città.

* Chiara Grasso è etologa e presidente di Eticoscienza

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